Cowboy Junkies, Let it down

 

La mia radiosveglia è sintonizzata su una stazione che passa per lo più musica pop, anche se di quella “non troppo” commerciale. Dovrei cambiarla ma rimando, rimando sempre io. Stamattina però la sveglia diffondeva un bel pezzo (Jamiroquai probabilmente, ma non saprei dirvi il titolo) ed è riuscita a mettermi di buon umore. Per il buon operato di stamattina, la mia radiosveglia è stata confermata per altri tre mesi ( quasi a tempo indeterminato per gli standard di oggigiorno), contro la precarietà! Ma ora affrontiamo il duro lavoro! Purtroppo l’iniziale buonumore scema non appena realizzo che, insieme al disco da recensire, la Redazione del giornale mi ha consegnato anche una graziosa letterina in cui mi “intima” di inviare stavolta (l’hanno proprio sottolineato l’avverbio “stavolta”) il mio pezzo in tempo utile per le loro eventuali correzioni/ integrazioni. Va be’… così è evidente che mi si costringe… eh sì, mi si costringe… io non volevo, giuro che non volevo… avrei evitato davvero volentieri… ma così sono loro che mi istigano all’uso indiscriminato degli a.p.l.d. (leggasi atti di paraculaggine per legittima difesa). Da “eventuali” che dovevano essere le loro correzioni/ integrazioni sono divenute ormai “immancabili” e, nonostante la già citata precarietà del lavoro, ritengo sia ormai indispensabile che io reagisca con ogni mezzo a mia disposizione per tutelare la Libertà del Pensiero (con la lettera maiuscola). Conclusione: consegnerò, as usual, tutto all’ultimissimo momento. Mi aspetto ritorsioni ovviamente, ma sono fiducioso. Per quanto i signori si lamentino, e per quanto il tutto appaia misterioso anche a me stesso, un’incompetente come me non sembra poi così facile da trovarsi sul mercato. La professionalità è fondamentale ed io, nel campo, sembra che non abbia reali “competitors”. Veniamo ora però al disco che, ve lo dico subito, è belloccio. Sarebbe anche bene averlo probabilmente ma se non volete o potete comprarlo almeno ascoltatevelo su youtube. E’ di un gruppo canadese composto da Alan Anton (basso) e dai tre fratelli Timmins: Margo (voce), Michael (musica, testi, chitarra) e Peter (batteria). Rock particolare, molto soft (influenze folk, country e blues), molto ascoltabile e, grande punto di forza, la voce celestiale di Margo Timmins. E’ Lei il valore aggiunto che esalta i pur bravi musicisti al seguito. Già dal pezzo iniziale, “Something More Besides You”, la voce calda e rassicurante di Margo ricorda molto quella meravigliosa ed ineguagliabile di Joan Baez. La seconda traccia “A Common Disaster” è ritmata e coinvolgente ed è quella che rimane più in testa, anche a distanza di giorni dall’ascolto, come pure “Speaking Confidentially” (11° brano). Quelle che preferisco io però sono: “Bea’s Song” e “Come Calling” che è presente nel disco in due versioni del brano, una “maschile” più veloce (his song) ed una “femminile” più lenta (her song) e che rappresentano le due facce del rapporto di una coppia di anziani che devono affrontare il dolore e l’angoscia dell’Alzheimer. Di “Angel Mine” (8° brano) si segnala il video musicale , con Janeane Garofalo , girato al The Rey Theatre di Los Angeles. Visti i tempi che corrono, faccio a tutti noi gli auguri di una vera felicità!