Sin/Cos @ Circolo degli Artisti

Roma, 17 ottobre 2013

Entusiasmo, movimento, idee. Su e giù, picchi e stasi, momenti di furia ed esplosione, momenti di riposo, di meditazione. Sinusoidali, serpeggianti. I Sin/Cos suonano la loro musica, con grande passione, come se le loro vite dipendessero da questo.

Maolo, il cui vero nome è Paolo Torreggiani, di professione è un cuoco. Per metà dell’anno è impiegato in un ristorante, per l’altra metà ha tempo per la musica. “Io non sono davvero un musicista, non lo considero il mio lavoro. Ma ho un rispetto immenso per colleghi musicisti che devono trovare un modo di esprimersi”.

Dopo My Awesome Mixtape e Quakers and Mormons, Maolo è ritornato con il nuovo progetto: Sin/Cos. Nel mese di febbraio uscirà il nuovo album, ‘Parallelograms’.
“Cerco di dare a tutti i miei album nomi matematici, siccome l’ho fatto anche con la band”. Ma alla domanda se compone la musica secondo principi matematici, se la sua musica è un concetto pre-concepito e razionalizzato, risponde un po’ spaventato: “No, no no, io comincio con le parole. Prima le parole, poi la melodia. La maggior parte degli artisti fa il contrario, ma… le mie canzoni sono come le poesie”.
È cantante, compositore e autore dei testi, affiancato dal dreadlocks munito Vittorio Marchetti – “lui è bravissimo con i computer”.
In fase di scrittura, l’ispirazione per quest’album è stata tratta principalmente da un rapporto che Maolo ha avuto con una ragazza per quattro anni e ora finito. Ha ancora molte domande su questo rapporto. I testi sono solo in inglese, parte del suo pubblico non può capirli. Un limite, certamente, ma anche una possibile opportunità: “Giocare all’estero è molto più divertente” – dice.
Hai mai provato a scrivere in italiano? – gli chiedo.
“Oh, tante volte, ma non posso. L’inglese lo sento molto più naturale nelle mie canzoni”.
La naturalezza è qualcosa che viene determinata dalla cultura e dal contesto. Questo tipo di musica è cantato principalmente in inglese, le canzoni di successo nel genere sono per lo più in inglese. Forse sembra solo più semplice scrivere canzoni in questa lingua perché siamo abituati così. Ma Maolo non la pensa come me. È più negativo su questo: “L’unica cosa in cui l’Italia è al di sopra del resto d’Europa è la cucina!”.

Questo genere musicale in Italia magari non sarà all’altezza dei più grandi centri d’Europa, ma la musica dei Sin/Cos non sfigura affatto. Distici di rap melodico sono alternati da cori emozionali cantati ad alta voce. Le battute sono ‘interrotte’ e la voce di Maolo sembra distorta. Gli effetti al computer rendono la sua voce come intermittente, saltando da l’una all’altra nota su intervalli dispari, con un effetto molto cool. Producono un suono a cui forse molti non sono ancora abituati, ma che, quando sarà ascoltato di più (e lo spero), potrebbe essere bene accolto dal pubblico italiano. Un suono a volte dolorosamente bello.

Zephyr Brüggen