Home Recording for Dummies #3: Recording & Panning

Benvenuti al 3° appuntamento. Dopo l’introduzione generale e la DAW, in questa sezione cercheremo di concentrarci sulla registrazione dei singoli strumenti e su come iniziare a posizionarli correttamente nel mix.

Vi ricordo che stiamo parlando di home recording, per cui le metodologie consigliate sono solo un suggerimento pratico ed economico e non di certo le soluzioni più professionali esistenti!

 

Prima di partire è bene chiarire l’utilizzo della manopola del Pan.
Attraverso tale manopola è possibile spostare l’output di un suono da una cassa all’altra, con tutte le variabili e le sfumature centrali. Nei missaggi si utilizza al fine di ricreare artificialmente un palco dove collocare gli strumenti.
Qui una serie di consigli per l’utilizzo:
a) È generalmente sconsigliabile utilizzare l’hard panning (ovvero manopola interamente verso sx o dx, poiché l’orecchio in natura è abituato ad avere una percezione stereo di un suono, sentirlo solo da un lato, risulta artificioso). Vedremo più sotto dove invece è corretto utilizzarlo;
b) La manopola del pan al centro permette di riprodurre su entrambe le casse, con lo stesso volume, lo stesso suono. Questo ci darà la percezione che il suono provenga tra lo spazio di mezzo delle due casse (MONO). Anche questo viene fortemente sconsigliato se non per casi ben specifici che affronteremo;
c) Spesso il panning non è l’unica soluzione per dare spazio al mix. A tal fine sarà bene affiancarlo a riverberi, delay, ecc…

Detto ciò siamo pronti a partire.

 
 
• CHITARRA

Registrazione: in situazioni casalinghe è possibile utilizzare due soluzioni:
1. munirsi di software che simulano l’ampli per chitarra (Amplitube, GuitarRig…) o multieffetto come il Pod, entrando direttamente nella scheda audio. Nel caso del software, utilizzare sempre una D.I. (Direct Box), prima della scheda audio, al fine di trasformare il segnale ad alta impedenza della chitarra, in bassa, ripulendolo da un po’ da rumori fastidiosi;
2. registrare il proprio ampli (suggerisco ampli piccoli valvolari come il Laney vc15) con microfoni dinamici (il più economico e funzionale è lo Shure SM57)

La seconda soluzione sicuramente è più complessa, in quanto posizionare il microfono nella giusta posizione è un’arte, ma allo stesso tempo da risultati migliori.

Editing: una volta montato il tutto, partiamo sempre da una traccia mono e iniziamo a registrare la nostra chitarra ritmica. In questo caso sarà necessario registrare 2 volte la stessa identica parte (doubling), poiché il leggero sfasamento di esecuzione tra una ripresa ed un’altra, creerà una sorta di effetto chorus, che allargherà la nostra percezione in stereo.
Una volta registrate le 2 take, sarà necessario posizionare, tramite il pan, una traccia verso destra e una verso sinistra. Attenzione: nel caso siano chitarre molto distorte, potremo effettuare un pan estremo (una tutta a destra e una tutta a sinistra); se sono chitarre pulite o semidistorte, sarà necessario posizionarle senza esasperare il panning. Seguite il vostro orecchio. Di solito le posiziono a ore 8 e ad ore 4 o poco meno.
Nel caso in cui invece stiamo parlando di chitarra solista, si effettua di solito 1 ripresa in mono e si posiziona esattamente al centro o vicino. Ovviamente anche questa è una scelta, non è raro ascoltare botta e risposta di un solo, tutto a destra o tutto a sinistra.
 
 
• BASSO

Registrazione: funziona come per la chitarra, software o microfonazione dell’ampli. Di solito il basso però in ambienti professionali viene registrato anche senza microfonazione. Ricordarsi come per la chitarra della D.I. !

Editing: Una take in mono e posizionato al centro. Le frequenze basse sono omnidirezionali e danno movimento e pasta all’intero brano, meglio non disperderle ai lati.

 
 
• BATTERIA

Registrazione: questo è sicuramente lo strumento più complicato da registrare.
Le soluzioni offerte sono 2:
1. dotarsi di una batteria midi, collegarla al computer via usb o alla scheda audio, rimappandola con software appositi (EzDrummer, Superior…);
2. dotarsi di almeno 3 mic (2 panoramici a condensatore, posizionati in alto, al lato destro e sinistro della batteria, ed 1 dinamico nella cassa).
Nel caso ne avessimo di più, posizionarli uno per ogni tom, timpano e due per il rullante (uno sopra ed uno sotto per riprendere la cordiera). Nel caso siate decisamente attrezzati, due panoramici a distanza di qualche metro per riprendere la room della stanza (posizionarli a seconda dei gusti frontalmente alla batteria, sul lato dx e sx).

La prima soluzione offre sicuramente suoni di qualità professionale, che possono essere corretti manualmente via mappatura midi in fase di editing. Presuppone però un’ottima strumentazione al fine di riprendere il reale tocco del batterista ed un’ottima attitudine/abitudine di quest’ultimo alla batteria midi. La seconda soluzione se non registrata in una stanza con ottima riverberazione e un’ottima strumentazione, può generare più problemi che altro.

Editing: Anche qui 1 take mono per ogni pezzo di batteria (rullante, cassa, tom1, tom2, timpano + overheads per i piatti e chi più ne ha più ne metta).
Di solito nel panning si cerca di ricreare la posizione dei vari pezzi di batteria nello spazio, quindi, a seconda che vogliamo dare l’impressione di avere una batteria di fronte o sentirci dal punto di vista del batterista, tendiamo a mettere:
Rullante e Cassa al centro
Tom leggermente a destra o sinistra (es 1 tom leggermente a sinistra, 2 tom leggermente a destra)
Timpano più a destra o sinistra dei tom (sempre se ricreiamo una batteria dietro o avanti il nostro orecchio)
Overhead/Room mic come le chitarre: o pan estremo o quasi completamente a sinistra o destra (ovviamente 1 verso destra e 1 verso sinistra)
Ricordiamo di regolare il pan prima di registrare, altrimenti il nostro batterista in cuffia avrà una percezione spaziale falsata!
 
 
• VOCE

Registrazione: utilizzare assolutamente un microfono a condensatore, ne esistono anche di economici come il Superlux s-125. Nel caso il microfono non ne disponga, utilizzare un filtro antipop per evitare lo scoppio delle labiali che mandano in picco il segnale. Se non volete spendere troppo, è possibile ricrearlo anche con una calza di nylon ed una gruccia: su internet vi sono molti tutorial a riguardo.
Il cantante andrà a posizionarsi a circa 10cm dal mic. Nel caso vogliate incrementare le basse del vostro cantante, fatelo posizionare più vicino, sfruttando l’”effetto di prossimità” del mic.

Editing: 1 traccia mono al centro. Se si tratta di cori doppiamo le tracce per creare l’effetto chorus e panpottiamo all’opposto, ovvero leggermente a sinistra e a destra. Non è detto che anche la voce principale sia spostata da un lato o sia doppiata, però come già detto, queste sono regole base, poi sta al vostro orecchio e alla vostra creatività.

 
 
Riassumendo, la regola di base è: raddoppia e panpotta ai lati l’accompagnamento e strumenti con frequenze alte, centra le soliste o gli strumenti a registro basso.

Specifichiamo che registrare con un mic dà risultati migliori, ma se non si conosce la tecnica di ripresa e non si possiede la strumentazione adatta, è facile commettere degli abomini.

 
Per concludere le fasi preliminari dell’editing è necessario inoltre saperne qualcosa di più sui tagli delle traccie.
In generale vi troverete a tagliare, copiare e incollare molte parti di una take, vuoi per errori o per modifiche del pezzo.

In ogni caso ricordatevi di:
a) applicare un fade ad ogni entrata/uscita della traccia. Bastano anche 3-5 ms, per ridurre quel fastidioso pop che ogni tanto si fa sentire, dovuto al taglio “innaturale” del suono. Nel caso vogliate unire due tracce consecutive, basterà utilizzare il crossfade, che è solo il modo per definire un fade in e un fade out in contemporanea;
b) stare attenti a non troncare gli attacchi delle tracce o per meglio dire i transienti, al fine di non appiattire le vostre esecuzioni. Per farlo ingrandite la traccia, accertandovi di aver lasciato anche il pezzettino di audio presente prima del decadimento del volume della stessa
non copiare ed incollare la stressa traccia (soprattutto se molto corta), come se fosse un loop: il nostro orecchio è abituato all’esecuzione variabile dell’uomo sullo strumento, in mancanza si percepirebbe una certa meccanicità.

Per oggi è tutto.

Vi rimando alla prossima puntata, per addentrarci insieme nelle profondità del mondo del missaggio.

Come sempre, sono disponibile per chiarimenti: pucdav@tiscali.it

DAVIDE PUCILLO