Giovanni Marton

OGNI SGUARDO NON È PERSO (FORMULARIO DI ESTETICA STAGIONALE)

Seahorse Recordings/Audioglobe, 2012

È un lavoro molto complesso questo del giovane cantautore veneto Giovanni Marton, di sicuro non ricerca i facili ascolti e forse ha bisogno di vari passaggi prima di venir completamente accettato.
Si parte con delle note di pianoforte molto alte, quasi a incominciare un ricordo. Le chitarre e la voce s’incamminano verso il cantautorato che in questi anni riscuote un certo successo in Italia, da Le luci della centrale elettrica a Dente. Le prime tracce, Tormenta estiva e L’ultimo sole, raccontano di un’infanzia passata e di cui si sente una certa nostalgia, più per i momenti spensierati che per una reale mancanza. Poi Sognare la serenità , e sembra di sentire una canzone degli Zeroassoluto.
A metà dell’album arriva la sorpresa e il colpo che non ti aspetti: preceduta e forse anticipata da Perdersi tra gli sguardi, una dolce ballata in francese e italiano, il brano Nuovi sistemi stellari e i suoni spaziali ci fanno entrare in un disco tutto nuovo, con un’influenza molto forte di Battiato (la canzone potrebbe tranquillamente essere sua).
Poi vengono Presi!, forse la canzone meno riuscita dell’album, e Contro l’ordine, fortemente politica, che riprendono i temi e le sonorità iniziali. Pensi che il Battiato spaziale di due canzoni prima sia stato solo un episodio, ma non è così. Il disco vira verso la new wave italiana, e verso i Bluvertigo, per intenderci, con la voce sintetizzata e suoni che ricordano Morgan e soci dei tempi d’oro.
Sembra di aver ascoltato due dischi in uno ma non è così. Il cerchio si chiude e nelle ultime tracce si ritorna alle ambientazioni e ai suoni iniziali. Un lavoro complesso e particolare. Ha bisogno di qualche limatura, ma Marton si farà.

Piergiorgio Castaldi