The Association

A cura di Lorenzo Briotti (lorenzobriotti@yahoo-it)

 

L’aver assistito al concerto dei Beach Boys che si è tenuto a Roma nel luglio di quest’anno, mi ha confermato la grandezza dei gruppi vocali che hanno imperversato in America negli anni Sessanta. Se i Beach Boys sono stati i più grandi e il concerto di Roma, malgrado i 70 anni suonati, lo ha confermato, ci sono stati altri che forse meriterebbero un po’ più di spazio e dovrebbero venir menzionati un po’ più spesso.

Tra questi ci sono senza dubbio The Association. A capire la grandezza del gruppo sono i soliti (quante loro produzioni sono state recensite in questa rubrica???) della Cherry Red Records che nella loro nuova sotto etichetta Now Sounds hanno ristampato i primi tre album e una bella raccolta di singoli.

Ma andiamo con ordine: gli Association si affermano come sestetto tra il 1966 e il 1967 in California. Si tratta del classico gruppo che non han un leader definito, dove sono tutti autori e cantanti solisti in grado di creare impasti vocali raffinati.

Il primo album “And Then Along Comes The Association” viene prodotto da Curt Boettcher e fonda perfettamente il folk-rock alle sperimentazioni da post-produzione che Boettcher aveva già provato con le sue varie “creature” (Millennium , Ballroom, Sagittarius). Il disco, inciso per la

Valiant Records nel giugno del 1966 è subito un successo e si colloca al quinto posto tra i dischi più venduti. Il singolo “Cherrish” raggiunge la prima posizione, “Along Comes Mary” la decima.

Nel novembre dello stesso anno, gli Association realizzano “Renaissance”, il loro secondo album. Questa volta il produttore è Jerry Yester, noto per aver lavorato con i Lovin’ Spoonful e nel secondo e terzo album del grande Tim Buckley. Il suono segue il filone del primo album ma si fa un tantino più consistente: gli Association nel disco inseriscono “Pandora’s Golden Heebie Jeebies”, brano dedicato al noto locale del Sunset Strip di Los Angeles, il Pandora’s Box e che negli anni è stato inserito in diverse raccolte.

Nel 1967 il gruppo passa alla Warner Bros e registra “Insight Out”. Malgrado il cambio di etichetta, la musica non cambia. I singoli estratti sono “Windy” e la nota “Never My Love” e raggiungono le quattro milioni di copie vendute. Gli Association a questo punto si confermano così una tra i gruppi pop più interessanti dell’epoca.

Nel 1968 i Nostri registrano anche un disco psichedelico. O meglio, il pop è sempre il faro ma il disco vuole essere un omaggio alla psichedelia imperante. Nell’album, prodotto questa volta da Bones Howe sono presenti un numero maggiore di brani e singoli propri: tra questi, “Everything That Touches You” e “Time For Livin’ Birthday” finiscono rispettivamente nella Top 10 e nella Top 40.

Dopo questa “svolta” la band, a cui nel frattempo si è aggiunto Larry Ramos (ora sono in sette) continua aprodurre ottimi dischi: Association” del 1969 e la colonna sonora del film “Goodbye Columbus” sempre del 1969, “Stop Your Mortor” del 1971 (con la fantastica “P.F.Sloan” scritta da Jimmt Webb), fino all’eclettico “Waterbeds In Trinidad” registrato nel 1972 ed anche questo ristampato recentemente su cd, meritano tutti di essere ascoltati.

A questo punto, gli Association ufficalmente si sciolgono e continuano ad esibirsi in club minori dell’America. Tra i membri della band, da segnalare anche il buon disco “Hexagram 16” registrato nel 1971 da Russ Giguere.

Insomma, diffidate da chi descrive questi gruppi come una sorta di “spazzatura” dei sixities: se vi piace il pop di quegli anni e le voci stile Beach Boys, questo è il gruppo che fa per voi!