Kim Fowley

Storia e discografia di un grande produttore, talent scout e musicista degli anni Sessanta e Settanta

 
Come promesso nel precedente numero di Beautiful Freaks ecco un intero “33 giri di piacere” dedicato ad uno dei più grandi produttori e musicisti degli anni Sessanta e Settanta: Kim Fowley.
Kim nasce nel 1942 negli Stati Uniti. Suo padre è Douglas Fowley, attore di pellicole western: suo nonno è invece Rudolph Friml, uno dei massimi compositori di operetta di Broadway.

L’adolescenza Kim Fowley la passa ad Hollywood: giovanissimo si  improvvisa cantante, ballerino, e disc-jockey. A scuola fonda il suo primo gruppo con Gary Paxton e Skip Battin, quest’ultimo suo assiduo collaboratore anche più avanti.

Nel 1957 la prima esperienza che conta: Kim fonda un gruppo con Phil Spector. Nel 1959 ottiene il primo incarico di produzione e non si lascia certo sfuggire l’occasione. Nel giro di quattro anni lancia gruppi “meteora” che nella stragrande maggioranza dei casi non sono sopravvissuti più di una manciata di anni: gli Hollywood Argyles di Alley Oop (1960), gli Stingers di Nutrocker (1962), i Rivingtons di Papa-oom-mow-mow (1962), i Murmaids di Popsicles And Icicles (1964), nonché i Paradons di Diamond and Pealrs, gli Innocents con Honest I Do, gli Jayhawks con Stranded In The Jungle fino a Schaccianoci di B. Bumble & The Stingers, brano che ebbe una certa notorietà nel 1962 in Inghilterra.

Fowley nel 1965 decide di andare oltre oceano, precisamente a Londra. Anche se si tratta di un produttore alle prime armi, i nomi che lancia nel firmamento del rock britannico sono importanti: Rockin’ Berries, P.J.Proby, Cat Stevens, Dave Mason, Jim Capaldi, i Belfast Gypsies, ossia parte dei Them senza Van Morrison e il primo singolo dei Soft Machine.

Tornato in California, Kim canta nell’album d’esordio di Frank Zappa, scopre decine di nomi minori, suona sotto mentite spoglie in diversi dischi e incide il suo esordio discografico Love Is Alive And Well per la Tower nel 1967, accompagnato con alcuni singoli interessanti come la mitica The Trip il cui testo parla di un viaggio lisergico. Un anno dopo arriva  l’album “Born To Be Wild”  e poi “Outrageous”, il suo album capolavoro, opera decadente che sperimenta in un modo che oggi appare semplice ma estremamente moderno. L’album è ricco di blues-jazz free-form dissonanti, parodie blues e country, canzoni vagamente pop come Stranger From The Sky, brani duri come Animal man che negli anni diventerà un suo classico. Il disco è suonato con una chitarra veloce, acida e cattiva, con un organo che punta a creare effetti piuttosto che a creare melodie e con una voce che delira su temi quali droga, sesso e morte.

Dopo il capolavoro arriva “Good Clean Fun” per la Imperial nel 1969. Poi, un ritorno in Europa e precisamente in Svezia: qui Fowley registra “The Day The Earth Stood Still” (1970), disco per certi versi vicino al garage e sicuramente più accessibile.

Negli anni ’70 lo stile si  trasforma. Kim abbandona il caos e realizza album che strizzano l’occhio ad artisti come Lou Reed: in quest’epoca escono i dischi “I’m Bad” (Capitol, 1972) e “International Heroes” (Capitol, 1973) antologizzati nelle raccolte “Visions Of Future” del 1978 e   “Automatic” del 1988. Da segnalare anche l’lp del 1972 “Animal God Of The Streets” con registrazioni che vanno dal 1969 al 1972 e realizzate tra la Nuova Zelanda, il Canada e gli Usa.

La carriera di Kim prosegue con “Living In  The Street” nel 1977. L’album è molto interessante e nasconde un’altra gemma orecchiabilissima: si tratta di Motorboat, il brano di apertura. Nel 1978 arriva “Sunset Boulevard” e il concept album “Snake Document Masquerade” per la Island. All’inizio degli Ottanta realizza raccolte con gruppi da lui scoperti per la Bomp di Greg Show (“Vampires From Outer Space”e “Wave”), e registra  “Hollywood Confidential” per la Island  (1980) e l’interessante “Son of Frankenstein” (Moxie, 1981). Poi, per il resto del decennio realizza album meno degni di nota.

A questo punto della carriera, Kim sembra volontariamente mettersi da parte. Sicuramente di questo personaggio che ha calcato la scena per almeno 20 anni, sono state importantissime anche le scoperte discografiche e le produzioni dei Settanta. A beneficiare dei suoi brani o della sua supervisione nel decennio ci sono New Riders Of Purple Sage, Blue Osyter Cult, R.E.O., Speedwagon, Dead Boys, Venus & The Razorblades. Kim produce poi le Runaways, band proto punk tutta al femminile capitanata da Joan Jett e le Orchids, gruppo formato da alcune componenti delle Runaways. Insieme a John Cale produce i primi Modern Lovers di Jonathan Richman. Sempre in quegli anni scrive canzoni per gente tipo Kiss e Alice Cooper.  Che altro dire? Sembra sufficiente questa breve scheda per inserire Kim Fowley tra i grandi agitatori, produttori, musicisti del rock n’roll a stelle e strisce?

Lorenzo Briotti