Sleepy Records

La cura dell’infelicità è la felicità, me ne infischio di quello che dicono tutti.
Elsabeth McCraken – Niagara Falls All Over Again

La storia che vi sto per raccontare contiene ingredienti come dolore, sofferenza, tenacia e voglia di sentirsi vivi. Se sulle prime vi pare un libro di Fede xxx Moccia, i vostri capelli vi cadranno a breve.
Attraversiamo l’oceano e contemporaneamente facciamo un piccolo salto temporale a ritroso di cinque anni. Ecco, siamo cascati a Pasadena (quella nel Maryland), è il 2003. Ann Tabor e Mark Robison sono legati da due viscerali passioni, il pop sbilenco e l’amore vicendevole. Carismatici amanti, entusiasti musicofili, i due, radunano intorno a loro un nutrito capannello di artisti e lemme lemme si forma la Sleepy Records. Ann e Mark sognano di guidare una ciurma follemente creativa come la Costellation. L’etichetta muove i primi passi grazie alle potenzialità del web, principale veicolo di promozione e ricerca talenti. Tanto per fare qualche nome che pesa: la rete include la giovane cantautrice Folk Rose Melberg, il genio folgorante di Lawrence Hayward (ex Felt) e punta tutto sui talentuosissimi Bugs Eat Books, di Athens – Georgia. Il principio che governa le idee è esente da ogni sorta di scopo lucrativo e lotta per a dare una chance ad uno stormo di artisti pop autoprodotti. Quando il progetto è pronto al decollo, Mark si ammala di fibrosi cistica ed in pochi mesi viene tragicamente a mancare. Il sogno non si spegne.
Ann inizia a collaborare alla vendita on-line di piccole chincaglierie d’artigianato tramite Mixed Plate, un blog di una cara amica che fonde il design a futilità neo-vintage. Dagli esigui proventi ottiene una piccola vetrina per dare visibilità al vessillo Sleepy Records e iniziare a reinvestire risorse nell’etichetta no-profit. Il 23 settembre del 2006 viene inaugurato il nuovo sito e nel gennaio dell’anno seguente la piccola casa discografica è pronta alla prima pubblicazione ufficiale. Ecco che Lee Baker, originario di Liverpool, debutta sotto lo pseudonimo di Little Name con il disco “How to swim and Live” . Il disco comunica distaccata atarassia e trasognante serenità attraverso 12 gemme di puro PoP a bassa fedeltà. La seconda pubblicazione viene alla luce in settembre con “Dialtons” di Acacia Sears, giovane cantautrice di Baltimora. Seconda voce di una local-band di Baltimora, tali Radiaton Puppy, Acacia utilizza la sei corde per sviluppare un estensione vocale da brivido, portata principale del suo disco d’esordio. La rotta della label procede sul talento della femme fatale svedese Cake on Cake, in pubblicazione. Nei programmi anche un’interessante compilation suddivisa in due parti: la prima, per destare sogni e la seconda per cullare risvegli.

Pisolino revolution!

Zzz…ginnastica pre-nanna…Zzz:

Little Name – How to swim and live
Un artista che apprende a pieno la lezione di Lee Hazlewood e la impasta con le armonie solari di Emmerdale dei Cardigans. Un Morrisey senza pettorali, un Richard Hawley secchione e disinteressato alla socialità. Infinita lotta tra arrangiamenti solari e testi malinconici, una baruffa che scaglia la poetica in un macchinario ansiogeno d’attrazione fatale!

Acacia Sears – Dialtones
Un soave fluire chitarristico di emozioni da cameretta. Un manto folk di straordinario talento. Ballate per piccoli pensieri trasparenti e senza gravità. Dodici ricordi di vita rapiscono il cuore, ammaliandoci nell’ascolto. La dimostrazione della debolezza semantica dell’immagine, la rivincita del comunicare musicale per obliare il travaglio di un cuoricino infranto.
(Tum)